Video 'real time' di oggetti invisibili in movimento con l'olografia

olografia
Filmare e visualizzare in ‘tempo reale’ un oggetto in movimento invisibile è oggi finalmente possibile grazie all’olografia.
La ricerca, dell’Istituto nazionale di ottica (Ino-Cnr), in collaborazione con l’Istituto nanoscienze (NanoCnr) del Consiglio nazionale delle ricerche, avrà importanti ricadute per il controllo dei processi industriali, la sicurezza e in ambito medico.
I ricercatori hanno realizzato uno studio che ha permesso di visualizzare in tempo reale scene in movimento che in condizioni normali sarebbero invece nascoste per il nostro occhio.
“Siamo riusciti a registrare, per la prima volta, video-ologrammi di scene dinamiche nella regione del Terahertz, una finestra spettrale compresa tra l’infrarosso e le microonde”, afferma Massimiliano Locatelli di Ino-Cnr. “In particolare abbiamo dimostrato la capacità dell’olografia Terahertz di ricostruire, in real-time, l’informazione di ampiezza e di fase del fronte d’onda proveniente dal campione in esame, riuscendo a ricostruire anche immagini di oggetti nascosti dietro materiali opachi. Per ottenere questo risultato abbiamo utilizzato come sorgente un laser compatto di ultima generazione, denominato Laser a Cascata Quantica, e, come rivelatore, una camera microbolometrica”.
Importanti le ricadute pratiche in numerosi settori. “L’utilizzo della radiazione Terahertz permette di ottenere innovative soluzioni con ricadute pratiche in settori d’interesse comune”, continua Paolo De Natale direttore Ino-Cnr. “Ad esempio possiamo immaginare di utilizzare questa tecnologia per il controllo qualità dei processi industriali, migliorare la sicurezza di bagagli e persone in aeroporti o stazioni, effettuare analisi mediche e in un futuro prossimo effettuare analisi di cellule tumorali in modo sicuro per la salute grazie al fatto che questo tipo di radiazione viene assorbita dall’acqua ma non danneggia i tessuti biologici a differenza di quanto accade per le radiazioni maggiormente energetiche al momento più comunemente utilizzate”.
Su Nature è possibile vedere il video oggetto della ricerca.
 Fonte: Cnr

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