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In questi ultimi venticinque anni  i ricercatori lavorano alacremente nei laboratori di tutto il mondo alla realizzazione di nanomacchine speciali applicando diverse tipologie di meccanismi: : motori molecolari, rotori, interruttori, pompe.
Tali componenti che misurano pochi miliardesimi di metro (nanometri) e sono ispirati alla biologia, come spiegato su Nature.
”Dopo aver costruito una sessantina di motori diversi, ora mi interessa di meno costruirne altri rispetto alla prospettive di usarli”, ha spiegato su Nature Ben Feringa, dell’università olandese di Groningen.
La sfida odierna è difatti quella di assemblare i componenti realizzati sino ad oggi, al fine di ottenere vere e proprie nanomacchine. Dello stesso avviso è anche David Leigh, dell’università di Manchester, nel cui laboratorio è stata costruita una delle nanomacchine maggiormente complesse al momento, ossia un motore basato sul rotaxano,  nel quale un asse centrale cattura molecole in modo che restino disposte secondo una struttura ad anello.
Sarà in sostanza come assemblare piccolissimi Lego per ottenere le prime nanomacchine capaci di agire a livello molecolare per modificare la forma di un materiale, o renderlo capace di contrarsi, di espandersi, oppure di reagire e immagazzinare l’energia.
Fonte: Nature

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