Tri Alpha Energy, ulteriori progressi sulla via della fusione nucleare

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L’ultima relazione sullo stato delle ricerche risale al 2012, da allora più nulla, sino a pochi giorni fa quando, al simposio organizzato per commemorare il suo fondatore Norman Rostoker, Tri Alpha Energy  ha annunciato di aver realizzato un prototipo del piccolo reattore nucleare C-2U e di essere riuscita a mantenere stabile a 10 milioni di gradi Celsius una massa di combustibile da fusione. Una “svolta” nel lungo percorso verso il raggiungimento della fusione nucleare controllata, così l’ha definita la rivista scientifica Science, una notizia che riaccende l’interesse nei confronti della corsa per l’energia pulita dopo l’annuncio di fine 2014 da parte di un’altra società privata, la Lockheed Martin, sul proprio progetto di fusione nucleare Skunk Works.
Il processo che alimenta il Sole non è dunque nel mirino solamente dei grandi progetti governativi di ricerca come l’ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) o il NIF (National Ignition Facility) statunitense: ci sono anche alcune società private che stanno cercando di imbrigliare l’energia delle stelle, ovvero la tecnologia (pulita) della fusione nucleare che dovrebbe fornire all’umanità energia, praticamente gratuita, nei prossimi secoli. E tra queste c’è anche Tri Alpha Energy, una misteriosa company californiana che vanta tra gli investitori personaggi del calibro di Paul Allen, il co-fondatore di Microsoft. Una società che opera nel massimo riserbo e che è stata fondata dal fisico dell’Università della California Norman Rostoker, scomparso recentemente.
La Tri Alpha Energy utilizza un reattore relativamente piccolo composto da una camera centrale dove due anelli di plasma incandescente “sparati” da due cannoni laterali si fondono raggiungendo una temperatura di 10 milioni di gradi Celsius. Il confinamento della sostanza incandescente (nessun materiale sarebbe in grado di contenerlo) viene ottenuto da un campo magnetico lineare prodotto dal flusso dello stesso plasma. Secondo i ricercatori il processo si è mantenuto stabile per 5 millisecondi, contro i 0,3 millisecondi del passato. La società californiana ha già messo in cantiere una macchina più grande e potente che nelle intenzioni dei ricercatori dovrebbe raggiungere una temperatura di 3 miliardi di gradi, più che sufficiente per la fusione del boro, materiale che non genera  neutroni radioattivi. Questi primi risultati sono comunque molto promettenti perché basterebbe un aumento di dieci volte della temperatura già raggiunta (da 10 a 100 milioni di gradi) per innescare la fusione di un combustibile tradizionale composto da deuterio e trizio, che però ha come controindicazione la produzione di particelle radioattive.
Tri Alpha Energy
 
 

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