Facebook a sostegno della Green IT e dell’Open Source Hardware

Accusato recentemente da Greenpeace di utilizzare dei data center alimentati a “carbone”, con questo intendendo che Facebook nulla aveva ancora fatto a favore dell’ambiente e delle energie rinnovabili, Mark Zuckerberg prende in contropiede tutti – critici e concorrenti – illustrando i dettagli di “Open Compute Project”, un’iniziativa partita già due anni fa e che vede il primo social network al mondo all’avanguardia nell’efficienza energetica dei server e, per la prima volta, anche abbracciare in maniera convinta la filosofia dell’Open Source Hardware.

La grande trasparenza di questo progetto esclude secondi fini (tipicamente di immagine) che hanno caratterizzato in passato iniziative simili di altri colossi dell’IT. Il progetto Open Compute prevede la condivisione di tutte le informazioni adottate da Facebook per realizzare le nuove server farm necessarie a gestire l’enorme mole di dati dei più di 500 milioni di utenti, a iniziare proprio dal data center di Prineville in Oregon, al centro delle critiche di Greenpeace. In realtà questa infrastruttura è stata la prima progettata e realizzata cercando di ottimizzare l’efficienza energetica complessiva, agendo su tutti gli elementi che in qualche modo incidono su questo aspetto, dalla struttura dell’edificio, al tipo ed al posizionamento delle apparecchiature informatiche, al sistema di raffreddamento e/o riscaldamento, alla tipologia della sorgente di alimentazione.

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Questo approccio ha consentito di ridurre del 38% i consumi di energia rispetto ad un centro di analoga potenza computazionale con in più un risparmio del 24% sul costo complessivo dell’impianto.

In termini ancora più tecnici, il data center di Prineville ha raggiunto un PUE (Power Usage Effectiveness, efficacia di utilizzo di potenza) pari a 1,07 rispetto ad una media di 1,5 delle strutture esistenti. Ciò significa che in questo impianto, il 93% dell’energia viene sfruttata per l’elaborazione e la memorizzazione dei dati.

Ma l’iniziativa che ha destato maggiore sorpresa è stata quella di rendere pubbliche tutte le tecnologie adottate in modo che chiunque (perfino i concorrenti) possano adottarle al fine di migliorare l’efficienza energetica dei propri data center. Una condivisione delle informazioni che vuole stimolare una collaborazione tra i protagonisti del settore al fine di migliorare le attuali soluzioni, creando delle strutture più efficienti e più economiche. Sul sito http://opencompute.org/ sono già disponibili i dettagli di molte soluzione adottate nel data center di Prineville e altre ne seguiranno.

La speranza di Mark Zuckerberg è quella che altre importanti realtà dell’hi-tech contribuiscano a creare una community focalizzata sulla ricerca a la messa a punto delle migliori tecnologie di efficienza energetica applicate ai data center.
http://opencompute.org/

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