LIMADOU, il cacciatore di indizi per terremoti

Alle 8:51 (ora italiana) è stato lanciato con successo dalla base cinese Jiuquan Satellite Launch Center, nel deserto del Gobi nella Mongolia Interna, il satellite CSES (China Seismo-Electromagnetic Satellite) per l’osservazione della Terra, realizzato dall’Agenzia Spaziale Cinese (CNSA) con l’obiettivo di sviluppare su scala globale nuovi metodi per lo studio di fenomeni geofisici quali terremoti ed eruzioni vulcaniche. Uno degli strumenti di punta a bordo della missione satellitare CSES, conosciuta con il nome di Zhangheng 1, è il rivelatore di particelle HEPD (High Energic Particle Detector), realizzato dai ricercatori italiani della “Collaborazione LIMADOU”, così chiamata in onore di Matteo Ricci, missionario ed esploratore della Cina nel XVI secolo. L’obiettivo è quello di studiare grazie al rivelatore HEPD l’esistenza di possibili correlazioni (temporali e spaziali) tra il verificarsi di eventi sismici e l’osservazione sia di perturbazioni iono-magnetosferiche che di precipitazione anomala di particelle dalle fasce interne di Van Allen.

Il satellite CSES porta nello spazio un importante contributo INFN ad un campo scientifico innovativo per lo studio dei terremoti. Vi sono infatti alcune deboli indicazioni che alcuni terremoti possano essere preceduti da perturbazioni nella ionosfera terrestre. Tali perturbazioni potrebbero in linea di principio essere osservate per mezzo di variazioni dei campi elettrici ionosferici oppure attraverso variazioni del flusso di particelle di alta energia. L’INFN, in stretta collaborazione e grazie al supporto di ASI ha realizzato un rivelatore di particelle di alta energia basato su tecnologie già usate in passato e quindi ben validate per altre missioni e ha contribuito allo sviluppo di sensori di campo elettrico.

Lo strumento HEPD permetterà inoltre di studiare meglio le interazioni Sole-Terra e fenomeni di fisica solare come le emissioni di massa coronale, i brillamenti solari e l’influenza del Sole sul flusso di raggi cosmici, attraverso la rilevazione di flussi di protoni ed elettroni nell’intervallo di energie da pochi MeV a qualche centinaio di MeV. Queste misure consentiranno di estendere a più basse energie il range degli spettri delle particelle attualmente misurati dagli esperimenti PAMELA e AMS e di confrontare tali osservazioni con quelle condotte da altre missioni internazionali come GOES e ACE.

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