Se uno standard, un componente o un protocollo hanno resistito per tanti anni come l’I2C (oltretutto essendo soggetto a royalties) significa che i vantaggi garantiti sul campo sono sicuramente superiori rispetto ad eventuali piccole limitazioni, e che passeranno molti anni prima che il nuovo standard MIPI I3C rilasciato di recente sostituisca il sistema I2C.

Il protocollo I2C o I2C è stato rilasciato per la prima volta nel 1982 da Philips (ora NXP) come un semplice bus seriale per MCU per comunicare con i pin di I/O. Teoricamente l’I2C può collegare fino a 127 dispositivi utilizzando solo due fili e la massa, anche se in pratica non si va mai oltre la decina. Il funzionamento è semplice e flessibile e consente di impegnare un numero ridotto di pin. Ad oggi l’I2C viene utilizzato un po’ ovunque, soprattutto per comunicare con i sensori.

Il più recente standard I3C mantiene la compatibilità con l’I2C e ne corregge alcuni difetti, oltre a garantire maggior efficienza energetica, velocità superiore e miglior meccanismi di connessione ai sensori.

Ad esempio, con I2C, un chip potrebbe bloccare di fatto il master occupando con lunghe sessioni il bus. Questo non può accadere con I3C, perché, pur continuando ad utilizzare due fili, il nuovo protocollo prevede degli interrupt. Così, quando un sensore con dati critici deve comunicare con il master, non dovrà più aspettare che il bus si liberi.

Le funzionalità avanzate di gestione energetica dello standard I3C estendono la durata della batteria mentre per quanto riguarda la velocità di trasmissione è possibile settare la velocità senza modificare il clock che può raggiungere i 12,5 MHz mentre l’I2C funziona a 400kHz, 1MHz o 5MHz.

I3C ha funzionalità multi-master e supporta l’indirizzamento dinamico così come l’indirizzamento statico dei dispositivi I2C. I3C supporta anche il collegamento a caldo. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito.

mipi.org

 

 

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