Dal MIT nuovi progressi nel campo della fusione nucleare

Un altro, significativo, passo in avanti nella ricerca sulla fusione nucleare è stato compiuto dai ricercatori del MIT che stanno utilizzando l’Alcator C-Mod tokamak entrato in funzione nel settembre 2016 e che l’anno scorso aveva stabilito il record di pressione del plasma (2 atmosfere) per un reattore a confinamento magnetico.

Nella ricerca dell’energia di fusione, i ricercatori del Plasma Science and Fusion Center (PSFC) del MIT, hanno concentrato la loro attenzione sull’uso del riscaldamento a radiofrequenza (RF) mettendo a punto un nuovo metodo di riscaldamento del plasma di fusione nel tokamak. Questo nuovo metodo ha portato ad aumentare le quantità di energia prodotta di un ordine di grandezza superiore rispetto al passato.

Il nuovo approccio, recentemente descritto nella rivista Nature Physics, utilizza un combustibile composto da tre specie di ioni: idrogeno, deuterio e tracce (meno dell’1%) di elio-3. Tipicamente, il plasma usato per la ricerca di fusione in laboratorio è composto da due specie di ioni, deuterio ed idrogeno o deutero e He-3, con la percentuale di deuterio superiore al 95%. I ricercatori hanno concentrato gran parte dell’energia RF sull’elio-3 ottenendo un significativo incremento dell’energia totale.

Il C-Mod ha funzionato con un campo magnetico e una pressione plasmatica paragonabile a quello che sarebbe necessario in un futuro dispositivo di fusione.

I risultati ottenuti sono stati confermati dagli esperimenti condotti nel Regno Unito col Joint European Torus (Jet), il più grande reattore a fusione nucleare finora costruito, utilizzando combustibile di fusione dello stesso tipo.

Il nuovo approccio potrebbe essere utile per la collaborazione del MIT con lo Wendelstein 7-X stellarator in funzione presso l’Istituto Max Planck per la fisica del plasma a Greifswald, l’altro grande impianto sperimentale per la ricerca sulla fusione presente in Europa.

http://news.mit.edu

 

 

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