L’Internet of Things arriva alla LIUC: incontro con Flavio Bonomi, il paladino del Fog Computing

FlavioBonomi_LIUC
Non è pensabile che i miliardi di oggetti che tra qualche anno saranno connessi in rete dialoghino direttamente con i grandi centri di calcolo e storage del cloud: c’è bisogno di un livello intermedio, in grado di interpretare linguaggi differenti, di eseguire applicazioni in tempo reale o quasi, di ridurre la latenza al minimo, c’è bisogno di un livello molto più vicino ai sensori che trasformano le informazioni del mondo reale in flussi di dati da elaborare, un livello in grado di gestire al meglio sistemi complessi quali, ad esempio, il collegamento tra automobili, semafori intelligenti, reti elettriche e molto altro ancora.
È il cosiddetto Fog Computing, una tecnologia abilitante per l’Internet delle Cose, un paradigma che sempre di più si sta affermando nelle piattaforme tecnologiche più avanzate, in primis nell’Industry 4.0.
Una tecnologia che ha il suo paladino in Flavio Bonomi e in Cisco, la società dove Bonomi ha lavorato per 14 anni ricoprendo il ruolo di Vice President, Head of the Advanced Architecture and Research Organization e che ha lasciato anni fa per fondare alcune  startup innovative come IoXWorks, che si occupa di business development, e Nebbiolo Technologies, un nome che tradisce sia le origini del suo fondatore che il core business della società, il Fog Computing, appunto.
Nebbiolo Technologies ha come obiettivo quello di integrare le migliori tecnologie di calcolo e di storage, da collocare nelle immediate vicinanze di sistemi IoT e IIoT (Industrial Internet of Things), in grado di garantire una bassa latenza, sempre più necessaria nelle piattaforme complesse. Un’autovettura autonoma e connessa che si muove nel traffico cittadino ha infatti bisogno di conoscere in tempo reale la posizione degli altri veicoli, lo stato dei semafori, la presenza di un eventuale ostacolo sulla strada; allo stesso modo un braccio robotico deve essere in grado di muoversi in perfetto sincronismo con tutti gli altri sistemi automatizzati e deve reagire in tempo reale ad eventi non programmati. Per tutte queste attività la gestione deve essere affidata a un sistema molto più vicino ai sensori e ai dispositivi coinvolti, riprogrammabile, in grado di eseguire differenti applicazioni e, naturalmente, essere connesso anche al cloud.
Fog-Graphic
Cosa delegare al primo livello (fog) o al livello superiore (cloud) in termini di elaborazione, archiviazione e interfaccia utente, dipende dai processi coinvolti e dalla tipologia dei dispositivi connessi. Proprio la bassa latenza e la capacità di operare in tempo reale, hanno attirato l’attenzione su Nebbiolo Technologies di alcuni player globali nel campo dell’automazione industriale come KUKA e TTTech, che hanno recentemente investito nella società di Flavio Bonomi.
Anche quest’ultimo è sempre alla ricerca di società e startup che possano aiutarlo a rendere più intelligente e flessibile la sua piattaforma, capacità e collaborazioni che sempre più spesso Bonomi trova in piccole realtà italiane che, grazie anche a lui, hanno fatto il grande salto, aprendo una sede in California per crescere e trovare laggiù nuovi e interessanti partner tecnologici. Come DQuid, una spin-off di RE:Lab che ha aperto una sede a Sunnyvale e che offre interfacce per i numerosi protocolli e standard che esistono in ambito industriale e automobilistico, facendo dialogare tra loro questi sistemi nonché col fog e col cloud. O come Plat.One, che sviluppa soluzioni per connettere applicazioni IoT per le aziende e che da Bogliasco è arrivata a Palo Alto. Nella stessa cittadina della Silicon Valley ha messo radici anche Wi-Next la cui mission è quella di collegare in rete milioni di sistemi stand-alone per creare piattaforme innovative. Infine, da Roma è arrivata a San Jose Raptech, una società creata da un gruppo di ingegneri dell’Università di Tor Vergata che offre soluzioni chiavi in mano di monitoraggio industriale (SCADA).
Per fare conoscere il Fog Computing come tecnologia abilitante dell’IoT, ma anche per invitare le startup italiane più innovative a prendere in considerazione la possibilità di aprire una sede in Silicon Valley, alcuni giorni fa Flavio Bonomi è stato al centro di un incontro organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese presso la LIUC-Università Carlo Cattaneo di Castellanza (VA).
Secondo Bonomi la grande rivoluzione industriale dovuta alla  connessione in rete di miliardi di macchine ed oggetti è una grande opportunità per l’industria italiana cha ha già una importante tradizione nel settore manifatturiero e che, nonostante la recessione, resta pur sempre il quinto paese al mondo per quanto riguarda l’esportazione di prodotti industriali. Da sempre l’Italia – priva di risorse naturali – è un paese trasformatore ed esportatore: il nostro petrolio è sempre stato l’ingegno, la creatività e la capacità di creare processi e macchine innovative.
La trasformazione in atto richiede una grande velocità e perciò risulta particolarmente adatta al tessuto industriale italiano composto prevalentemente da aziende piccole e medio-piccole.
Alcuni giorni fa, durante la presentazione della prossima edizione di SPS IPC Drives Italia, è stato Agostino Santoni, CEO di Cisco Italia, a esemplificare questo concetto, rappresentando gli anni che ci aspettano con l’immagine di un ghepardo, in contrapposizione con quella di un orso, simbolo di un’industria potente e complessa ma anche molto più lenta.
Per Bonomi le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale in atto per rilanciare il manifatturiero italiano vanno colte anche dove queste trasformazioni avvengono più velocemente, come nella Silicon Valley: per questo l’invito alle aziende italiane, in modo particolare a quelle più innovative, a prestare la massima attenzione a quanto avviene in quest’area della California.
Gli italiani da queste parti hanno un’ottima reputazione e – sempre secondo Bonomi – anche In Italia questo è un momento particolarmente favorevole per un salto di qualità. Gli ingredienti ci sono tutti, dalle competenze in settori chiave alle capacità dei singoli.
 
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Main Menu