I vulcani esplosivi della Luna nella missione spaziale cinese

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Il robot cinese Yutu, è arrivato sulla Luna all’inizio dell’anno scorso nell’ambito della missione Chang’e 3, a 37 anni di distanza dall’allunaggio dell’ultimo lander. Il suo compito era quello di esplorare per tre mesi il Mare Imbrium, un cratere vasto e piatto e mai monitorato.
Purtroppo però dopo soli 14 giorni il rover cinese si è bloccato, interrompendo la propria missione nell’area, mentre il radar di cui era dotato scandagliava la superficie lunare 400 metri sotto lo strato del suolo.
I risultati delle analisi sono stati pubblicati su Science e rivelano come al di sotto del tranquillo Mare Imbrium si celi un passato esplosivo.
“Quando si guarda un’immagine di questo territorio, sembra piuttosto omogeneo, ma quando abbiamo potuto osservarne l’interno, abbiamo trovato che sono raccontate diverse storie”, ha spiegato Long Xiao della China University of Geosciences di Wuhan. Il team cinese ha infatti scoperto vari strati di colate laviche, frutto di cinque eventi vulcanici differenti.
Tra l’altro sorprende che alcune tracce sembrino generate da eruzioni esplosive, piuttosto che da colate laviche effusive, cosa mai rilevata nelle missioni Apollo. Tali esplosioni necessiterebbero di un grande accumulo di gas per verificarsi e ciò potrebbe attuarsi solamente per la presenza di molecole volatili di acqua che potrebbero trovarsi sotto la superficie della Luna.
Fonte: Science

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