Stampato il primo oggetto in 3D sulla Stazione Spaziale Internazionale

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Nell’immagine il comandate della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) Barry “Butch” Wilmore mostra il primo oggetto della storia realizzato nello spazio con la tecnica della stampa additiva. La stampante era stata messa in funzione il 17 Novembre e la prima stampa è stata realizzata il 25 Novembre 2014, aprendo la strada a una nuova era nelle esplorazioni spaziali.

L’oggetto, un frontalino per l’estrusore della stessa stampante, è uno dei 20 manufatti che verranno stampati a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nelle prossime settimane; successivamente gli oggetti saranno rimandati a Terra per una approfondita analisi prima di installare a bordo della ISS una stampante 3D permanente.

Questa è la prima volta che una stampante 3D viene utilizzata nello spazio e questa esperienza ci consentirà di valutare le problematiche legate all’ambiente del tutto particolare in cui la macchina opera” ha affermato Niki Werkheiser, project manager for the International Space Station 3-D Printer at NASA’s Marshall Space Flight Center in Huntsville, Alabama. “Riuscire a stampare il frontalino significa che  perlomeno la stampante ha l’affidabilità necessaria per stampare parti di ricambio per sé”  ha aggiunto “Con le prossime stampe saremo in grado di valutare gli effetti dell’assenza di gravità sugli oggetti, regolando di conseguenza i settaggi della macchina al fine di ottenere oggetti perfetti”.

La NASA ha anche diffuso un video sull’evento con un’intervista a Niki Werkheiser:

[youtube 6BAy2fiBElU nolink]

Prima dell’invio in giugno della stampante sulla ISS,erano stati effettuati con successo una serie di test per valutare la capacità di sopportare le sollecitazioni meccaniche durante il decollo e la possibilità di funzionare anche in assenza di gravità. L’obiettivo è ovviamente quello di creare pezzi di ricambio per la stazione spaziale stessa riducendo la necessità di rifornimenti dalla Terra al fine di rendere l’astronave più indipendente e più sicura.

www.nasa.org

 

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