Black Silicon a basso costo, grazie al rame

L’ultima novità in fatto di incremento dell’efficienza dei sistemi fotovoltaici si chiama Black Silicon Nanocatalytic Wet-Chemical Etch ed è una tecnologia messa a punto dai ricercatori del NREL, il laboratorio energetico del DOE (Department Of Environment) statunitense, con l’obiettivo di minimizzare la riflessione dei raggi solari incidenti da parte delle celle, in modo da aumentarne l’efficienza di conversione.

Il silicio nero, inciso chimicamente per farlo apparire scuro, riesce ad assorbire la quasi totalità di luce che lo colpisce; il segreto sta nel fatto che l’attacco chimico priva la superficie delle asperità e degli spigoli tipici del silicio cristallino. Infatti il Black Silicon Nanocatalytic Wet-chimico Etch produce sulla superficie del wafer minuscoli fori che rendono otticamente nero il semiconduttore e quindi catturano meglio la radiazione luminosa.

La tecnologia produttiva delle celle Black è peraltro più economica di quella delle tradizionali celle cristalline e ultimamente il processo è stato reso ancor più economico da un’innovazione: la possibilità di utilizzare nanoparticelle di rame nel processo di incisione, invece di oro o argento. Questa scoperta potrebbe dimezzare presto i costi dei pannelli fotovoltaici e incentivare la produzione di celle Black Silicon entro fine anno.
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