L’acquaponica per produrre cibo a impatto zero

Il progetto di acquaponica “Celavie”, nato dalla collaborazione tra Italia e Tunisia, è in fase di prototipazione a Palermo e a Sfax.

Acquaponica e tecnologia. Coltura fuori suolo a base di acqua e innovazione. Per portare verdura e pesci dove scarseggiano le risorse o dove le risorse mancano proprio, in aree desertiche o anche in zone colpite da sismi e alluvioni o isolate da frane.

È sufficiente un container di sei metri per tre per il progetto Celavie, Cellula della vita, una capsula con un sistema “a circuito chiuso” (elemento determinante) fuori suolo per la produzione sia vegetale che acquatica. “L’acquaponica è un mix virtuoso di acquacoltura, allevamento dei pesci e idroponica, e per la coltivazione delle piante senza terra.

È un mix virtuoso perché lavorando insieme su coltivazione e allevamento si risolvono i problemi sia dell’acquacoltura che dell’idroponica” ha spiegato Mario Brignone, 63 anni di Verbania, sul Lago Maggiore. Dirigente della Pubblica Amministrazione fino al 2020 ed esperto di acquaponica (sul tema ha messo su un portale, che è diventato un riferimento per il settore).

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