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I nuovi dati forniti dal satellite Copernicus Sentinel-5P rivelano il declino dell’inquinamento atmosferico, in particolare le concentrazioni di biossido di azoto, sull’Italia da quando, nel tentativo di bloccare la diffusione del coronavirus, sono state ridotte molte attività industriali e commerciali.
L’animazione mostra la fluttuazione delle concentrazioni di biossido di azoto in Europa dal 1° gennaio 2020 all’11 marzo 2020, utilizzando una media mobile di 10 giorni. Questi dati sono stati rilevati dallo strumento Tropomi a bordo del satellite Copernicus Sentinel-5P che mappa una moltitudine di inquinanti atmosferici in tutto il mondo.
Josef Aschbacher, direttore dei programmi di osservazione terrestre dell’ESA, afferma: “Copernicus Sentinel-5P Tropomi è oggi lo strumento più accurato che misura l’inquinamento atmosferico dallo spazio. Queste misurazioni, disponibili a livello globale grazie alla politica dei dati libera e aperta, forniscono informazioni cruciali per i cittadini e i decisori “.
Data la crescente importanza e necessità di un monitoraggio continuo della qualità dell’aria, le imminenti missioni Copernicus Sentinel-4 e Sentinel-5, nell’ambito del programma Copernicus dell’UE, monitoreranno i gas e gli aerosol di tracciabilità della qualità dell’aria. Queste missioni forniranno informazioni sulla qualità dell’aria, sull’ozono stratosferico e sulla radiazione solare, nonché sul monitoraggio del clima.
Dalle informazioni del satellite emerge tuttavia un’altra importantissima informazione: la zona più inquinata d’Europa è proprio la fascia territoriale che investe la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto, dove il virus ha colpito più duramente e dove si è registrato il più alto numero di decessi.
Una semplice coincidenza?
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