Fisica: Premio Nobel alla scoperta dell'oscillazione dei neutrini

Takaaki Kajita e Arthur B. McDonald

Takaaki Kajita e Arthur B. McDonald


I Nobel per la fisica 2015 sono stati attribuiti al giapponese Takaaki Kajita e ad Arthur B. McDonald, per “La scoperta delle osclillazioni del neutrino, che dimostra come questa particella sia dotata di massa”. Questa metamorfosi  richiede che i neutrini abbiano massa: questa scoperta ha cambiato la nostra comprensione dei meccanismi più intimi della materia e può rivelarsi cruciale per la nostra visione dell’universo.
Kajita e McDonald, tra la fine degli anni ’90 e il 2000, sono stati a capo dei team internazionali che, grazie a sofisticati rivelatori, hanno permesso di scovare i neutrini atmosferici e solari e di comprenderne la natura e stabilire come tali particelle abbiano massa.
Fernando Ferroni, presidente dell’INFN: “La fisica delle particelle celebra un altro straordinario successo dopo quello del bosone di Higgs. Un riconoscimento a chi ha misurato che il flusso di neutrini atmosferici presentava una anomalia e suggeriva quindi che essi si trasformassero durante il percorso tra specie diverse e a chi sperimentalmente ha dimostrato che sommando su tutte le specie il conto tornava! Due esperimenti fondamentali (Super -Kamiokande e Sudbury Neutrino Observatory, SNO) che accompagnati da quelli realizzati ai laboratori del Gran Sasso dell’INFN (Borexino e Opera) hanno permesso di chiarire tutti gli aspetti delle oscillazioni di neutrino che possono avvenire solo se i neutrini sono massivi contrariamente a quanto veniva affermato dal modello standard. Una scoperta epocale dunque ma anche l’apertura a un intero campo di ricerca che vedrà’ protagonisti ancora tra gli altri i laboratori del Gran Sasso impegnati a risolvere il dilemma sulla natura di questa particella come ipotizzato da Majorana.”
Stefano Ragazzi, direttore dei Laboratori nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN: “Il Nobel 2015 va a ricercatori che hanno condotto scoperte fondamentali in un ambito di ricerca in cui è massimo, da sempre, l’impegno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso LNGS dell’INFN. Voglio ricordare il grande contributo di MACRO allo studio dei neutrini atmosferici, l’importanza delle misure di OPERA per dimostrare l’esistenza dell’oscillazione dei neutrini mu in neutrini tau, il ruolo centrale di GALLEX nella comprensione dei neutrini solari, e le successive misure di precisione condotte da BOREXINO sulle componenti del flusso dei neutrini solari. Le misure condotte da Arthur McDonald e dalla collaborazione SNO hanno portato una soluzione completa al trentennale enigma dei neutrini solari. È stato un successo scientifico fondato anche su tecniche di riduzione estrema di contaminanti radioattivi, ambito in cui oggi eccellono a livello mondiale SNOLAB e LNGS.”
Marco Pallavicini, presidente della commissione INFN di fisica astroparticellare e fisico sperimentale della collaborazione BOREXINO: “Il premio assegnato oggi è un importante riconoscimento e un’ottima notizia per tutta la comunità dei ricercatori che nel mondo studia la fisica del neutrino, uno dei temi caldi della fisica contemporanea, che potrebbe riservarci in futuro altre sorprese. L’Istituto nazionale di fisica nucleare è, infatti, impegnato attivamente su questo fronte. Non è un caso che due esperimenti ai Laboratori nazionali del Gran Sasso, BOREXINO e OPERA, abbiano confermato con tecniche diverse, rispettivamente nel 2007 e nel 2014, lo stesso risultato premiato oggi con il premio Nobel, e che i risultati sulle oscillazioni dei neutrini atmosferici annunciati da Super-Kamiokande nel 1998 fossero accompagnati, alla stessa conferenza in Giappone nel 1998, da un analogo risultato da parte dell’esperimento MACRO ai Laboratori del Gran Sasso.”
Fonte: Ifn

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