Da Arduino a Genuino, le ragioni di una scelta

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Due siti, quotazione in Borsa, cause legali sulle due sponde dell’Atlantico: cosa sta succedendo in casa Arduino? Ce lo spiega in questa intervista Massimo Banzi, poche ore dopo il lancio del nuovo logo e del nuovo brand “Genuino”.
Quanti in questi anni hanno utilizzato le schede Arduino solo per dare sfogo alla propria creatività, saranno rimasti sicuramente sorpresi nell’apprendere che proprio Massimo Banzi – da tutti riconosciuto come leader indiscusso del team Arduino – ha presentato alla Maker Faire di San Mateo che si è svolta il week-end del 16/17  maggio scorso, un nuovo brand e un nuovo logo: Genuino. Un repentino cambio di strategia nella spinosa questione dell’utilizzo del marchio Arduino che vede Banzi (e gli altri fondatori del team) contrapposto all’unico esponente italiano del gruppo, Gianluca Martino, col quale ha definitivamente interrotto qualsiasi forma di collaborazione dopo che quest’ultimo ha cambiato nome – da Smart Projects a Arduino srl – alla società che in Italia produce le board a marchio Arduino, affidando al CEO Federico Musto la guida della società.
La strategia illustrata nella presentazione alla Maker Faire dovrebbe superare l’impasse legato alle varie cause legali in corso, dando a Massimo Banzi la possibilità di continuare il percorso intrapreso nel 2005; una sorta di “Indipendence Day”, come lo ha definito lo stesso Banzi.
Il giorno successivo Massimo Banzi ci ha concesso una video intervista nella quale spiega alla community italiana le ragioni di questa scelta, dovuta sostanzialmente ai tempi troppo lunghi della giustizia che avrebbero tarpato le ali all’evoluzione del progetto.
Già un paio di mesi fa, Banzi aveva rotto il silenzio sull’argomento, portando a conoscenza dei fans di Arduino quanto stava succedendo e rivendicando la paternità del marchio, anche a seguito delle dichiarazioni del nuovo CEO di Arduino srl, Federico Musto.
Ecco cosa ci ha detto Massimo Banzi a San Mateo:

La storia
Il lancio del nuovo marchio e le strategie annunciate non si spiegano se non si conosce la storia del progetto Arduino e le vicende che si sono succedute negli ultimi mesi.
Il progetto Arduino nasce nel 2005 presso l’Interaction Design Institute di Ivrea, fondato da Olivetti e Telecom Italia, dall’esigenza di mettere a disposizione degli studenti che seguivano i corsi di Interactive Design e che non avevano alcuna competenza in campo elettronico e informatico uno strumento semplice per lavorare con i microcontrollori. Come ci ha spiegato lo stesso Banzi (allora docente di quella scuola) in una precedente intervista, dopo vari tentativi con i prodotti disponibili in commercio allora, ed in considerazione delle difficoltà che gli studenti incontravano, un gruppo di docenti e studenti decise di realizzare un prodotto proprio ed un software di sviluppo particolarmente semplice. Prese così vita il progetto Arduino (dal nome di un bar nelle vicinanze della scuola).
Per far sì che anche altri studenti nelle stesse condizioni di quelli di Ivrea potessero utilizzare questo lavoro, il team decise di mettere a disposizione di tutti sia il software che l’hardware, distribuendo il progetto nei termini delle licenze GPLv2 e Creative Commons Attribution-ShareAlike; l’unica cosa che il team volle proteggere – mantenendolo per sé – fu il marchio e il logo Arduino. Le prime schede vennero prodotte dalla società di Gianluca Martino che allora era titolare di una piccola azienda di produzione di Strambino (TO) e che contribuì al progetto portando la propria esperienza lavorativa nel maufacturing. Gli altri componenti del team erano David Cuartielles, Tom Igoe e David Mellis.
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Il progetto, grazie alle sue qualità uniche, ha avuto un successo planetario, contribuendo alla diffusione della cultura dell’open hardware e della condivisione delle conoscenze, in questo favorito anche dallo sviluppo di Internet, anche se il vero motore del successo è stato sicuramente Massimo Banzi, l’unico del gruppo a “metterci la faccia” e a portare avanti con costanza lo spirito dell’open-source hardware, coinvolgendo in questa sua visione tutti i principali produttori di semiconduttori e di software, da Intel a Microsoft, società tutt’altro che “aperte”.
E dando vita ad una comunità che ha sviluppato e condiviso in rete migliaia e migliaia di progetti.
Questa sua visione, con la delocalizzazione non solo della progettazione ma anche della produzione di alcune board, non poteva piacere a chi in Italia produceva le schede, ovvero a Gianluca Martino.
Per quanto riguarda il marchio, questo risulta registrato negli Stati Uniti nel 2008 da Arduino LLC (partecipata dai 5 fondatori) mentre in Italia, è stato registrato (all’insaputa degli altri componenti del team, almeno questa è la versione di Banzi) da Gianluca Martino il quale, dopo la definitiva rottura con gli altri componenti, ha cambiato nome alla società, da Smart Projects ad Arduino srl, ha aperto il nuovo sito di e-commerce arduino.org (molto simile nella grafica ad arduino.cc) ed affidato a Federico Musto il ruolo di CEO della nuova società. A Musto ha anche venduto il 95% della nuova società. Il tutto senza più riconoscere agli altri fondatori del progetto Arduino alcuna royalties (sempre secondo Banzi).
Sono così iniziate le dispute legali – ancora in corso – col tentativo di Banzi & Co. di rientrare in possesso del marchio. Dal canto suo Federico Musto rivendica la piena disponibilità del marchio Arduino a cui vuole dare, come spiegato al Corriere della Sera pochi mesi fa, “Una dimensione industriale e globale” con un incremento del fatturato nel giro di un paio d’anni dagli attuali 15 milioni di euro a circa 50 milioni, e con la possibilità di quotarsi in Borsa per trovare nuove occasioni di crescita.

ArduinoORG

Lo stand di Arduino.ORG alla Maker Faire


Attualmente, dunque, chi vuole acquistare una scheda col marchio Arduino deve rivolgersi alla società di Musto-Martino, la quale continua nello sviluppo del progetto appoggiandosi agli ingegneri della società Dog Hunter (quella di Linino) e ad una start-up dell’Università di Messina.
ArduinoCC

… e quello di Arduino.CC


Probabilmente, se le cose andranno come annunciato da Banzi, qualcosa nei prossimi mesi cambierà, a iniziare dal mercato americano.
Da Arduino a Genuino
Ma cosa ha detto esattamente Banzi a San Mateo?
1)    Che per quanto riguarda il mercato USA (dove il marchio Arduino appartiene al vecchio team) e che rappresenta almeno il 50% del business globale, è stato stipulato un accordo con Adafruit per la produzione di tutte le board Arduino, a iniziare da Arduino Uno.
2)    Nel resto del mondo i prodotti vecchi e nuovi verranno commercializzati col marchio Genuino e saranno prodotti da aziende locali con le quali si stanno stringendo accordi. Per quanto riguarda l’Italia sono in corso trattative con un paio di società.
3)    Lo sviluppo dei nuovi prodotti e dell’IDE continuerà negli uffici sparsi un po’ in tutto il mondo dove Arduino ha alcune sedi, a Torino, negli USA, in Svizzera, Svezia e in India.
Banzi ha anche annunciato il primo prodotto progettato e realizzato nella sede di Bangalore, in India: Modulino, mentre la tanto attesa board Arduino Zero (la versione a 32 bit) dovrebbe essere disponibile negli USA dal 9 giugno.
Nelle prossime settimane sono attesi altri annunci, sia relativi a nuovi prodotti che a partnership produttive.
A breve sarà anche disponibile la nuova versione dell’IDE che dovrebbe essere aperta a prodotti di terze parti.
Questa strategia consente a Massimo Banzi di prescindere dalle azioni legali in corso dal momento che l’utilizzo del marchio Genuino non infrange alcuna legge.
Le parole di Banzi sono state seguite con grande attenzione da una sala stracolma e accompagnate con applausi d’approvazione da parte del pubblico.
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Alla fine la presentazione è andata molto bene, c’era un sacco di gente, … a dir la verità mi sono anche un po’ commosso.”  Ci ha detto il giorno dopo “In questi mesi pensi sempre a come reagirà la comunità a queste notizie, poi quando vedi che la sala si riempie molto più del solito e le persone ti urlano delle parole d’incoraggiamento capisci che la comunità è ancora con te e questa è la cosa importante”.
A pochi passi da noi, i due stand, quello di Arduino.org e quello di Arduino.cc con la maggior parte dei visitatori della Maker Faire all’oscuro di questa disputa. Dal canto suo, Federico Musto presente allo stand di arduno.org, non dà per scontata la soluzione prospettata da Banzi: “Anche negli USA è in corso una vertenza legale relativa al marchio e non è detto che Banzi possa agire come ha appena annunciato”.
BanziMF
Nell’intervista che ci ha concesso, Massimo Banzi ribadisce con forza quale sarà la nuova strategia per il futuro: “Ieri abbiamo fatto questo annuncio per chiarire cosa faremo nei prossimi mesi; molti nella comunità di Arduino sanno che ci sono dei problemi legali che vanno avanti da un po’ di tempo e che noi stiamo cercando di risolvere. Da un certo punto di vista però, non è possibile farsi condizionare la vita dagli avvocati, è necessario che le cose vadano avanti.
Questa storia è molto complessa ma ciononostante sono convinto che alla fine i fatti e la giustizia ci daranno ragione. Tuttavia i tempi della giustizia sono lenti, per cui nel frattempo che la giustizia fa il suo corso noi abbiamo chiarito la situazione per il prossimo futuro: qui negli USA dove possediamo il marchio abbiamo stretto un accordo con Adafruit che si occuperà della produzione e della commercializzazione delle schede Arduino; questa società di Manhattan offre le massime garanzie, ha una storia di grandi successi alle spalle ed è stata fondata da una donna che ancora oggi possiede il 100% della società.
Lady Ada, della quale sono molto amico, è partita da zero 10 anni fa, come noi, e non ha mai preso soldi da società di venture capital o altre sovvenzioni. Con Adafruit abbiamo stabilito una partnership strategica molto importante per il mercato USA.
Al di fuori degli Stati Uniti la situazione del brand è un po’ più complessa, spesso difficile da capire. Per questo motivo abbiamo pensato ad un nuovo marchio che sia riconducibile al team che ha dato vita al progetto Arduino. Abbiamo così dato vita al marchio Genuino che utilizzeremo per produrre fuori dagli USA e che i clienti potranno acquistare sul nostro sito arduino.cc; daremo così la possibilità agli appartenenti alla nostra comunità, in qualsiasi paese del mondo vivano, di acquistare i nostri prodotti originali. Abbiamo ricevuto un sacco di mail in questo senso e abbiamo pensato che questa fosse la soluzione per soddisfare al più preso le esigenze di queste persone.
Per quanto riguarda la produzione delle board, ieri ho letto su alcuni social dei commenti relativi al fatto che la produzione verrà spostata fuori dall’Italia. Vorrei precisare che non ho spostato io il manufacturing fuori dall’Itala, è il manufacturing dell’Italia che ha preso un’altra strada e che legalmente mi impedisce di produrre in Italia una board col marchio Arduino. Nel frattempo questa è la soluzione alla quale abbiamo pensato”.
Aggiornamento del 27/5/2015
Pochi giorni fa, presso la sede di Adafruit a New York, Massimo Banzi e Limor Fried (Ledyada) hanno presentato e autografato le prime board Arduino Uno che verranno commercializzate negli USA nelle prossime settimane. Da notare il doppio logo, quello di Arduino e quello di Genuino.
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