Missione compiuta per Philae: è arrivata sulla cometa

philae....

Philae, il lander di Rosetta, alle 17.04 di ieri, ora italiana, ha finalmente toccato la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, dopo sette ore dal distacco dalla sonda madre.

Il momento della discesa verso la cometa è stato vissuto con grande apprensione dal team dell’Esa, perché c’era il concreto rischio che a causa del basso campo gravitazionale del nucleo,  il lander potesse impattare violentemente sulla cometa e rimbalzare verso lo spazio. Per fortuna tale funesta ipotesi non si è verificata e Philae grazie agli arpioni di cui è dotato è riuscito ad ancorarsi al nucleo.

Durante la discesa, il lander ha iniziato a inviare le prime immagini, riprese dagli strumenti Civa e Rolis.  Ora però per Philae, che trasporta dieci strumenti scientifici, progettati per condurre vari tipi di esperimenti, dall’analisi del campo magnetico del nucleo cometario, all’analisi dettagliata della superficie e degli strati superficiali, inizia il lavoro più rilevante. La batteria primaria del lander ha un’autonomia di circa 65 ore, che le consentirà di compiere esperimenti per due giorni e mezzo.  Poi entrerà in funzione quella secondaria, il cui funzionamento dipenderà dalla capacità dei pannelli fotovoltaici di ricaricarla. L’auspicio è che Philae infatti possa continuare ad operare e ad inviare dati sino al marzo 2015.

Tra gli strumenti di Philae c’è anche SD2, il “trapano” che perforerà la superficie della cometa fino a 30 centimetri di profondità e fornirà i campioni da analizzare agli altri strumenti, che rappresenta uno dei principali contributi italiani alla missione, visto che è stato realizzato dal team della prof. Amalia Ercoli-Finzi del Politecnico di Milano.

Fonte: Esa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Main Menu