Intervista ad Adrian Bowyer, il padre del progetto RepRap

Adrian_Bowyer

Pochi giorni fa, abbiamo avuto la possibilità di fare una chiacchierata online con Adrian Bowyer. Per i pochi che non lo conoscono, Adrian è un accademico di tutto rispetto che, oltretutto, qualche anno fa è stato il promotore del progetto RepRap, dando alla stampa 3D desktop un impulso che ha finito col dare origine a decine di implementazioni per stampanti 3D open source: anche il nostro progetto 3Drag/K8200 si basa su RepRap e, come sapete, è una stampante 3D open source.

L’innovativo lavoro che Adrian ha impostato sulla piattaforma Rep Rap ha alla fine favorito la nascita di realtà e prodotti che, in seguito, hanno virato verso un business tradizionalmente “closed source”: emblematico è il caso di Makerbot, di cui Bowyer è stato anche un finanziatore con sua moglie.

Abbiamo colto l’opportunità di porre ad Adrian qualche domanda su RepRap, sul presente e sul futuro della stampa 3D e su qualche altro argomento: questa intervista si occupa anche di temi molto discussi come il futuro della comunità RepRap o anche degli attriti tra l’industria del 3Dprinting “chiusa” e alimentata dai brevetti,  e il mondo dell’Open Source Hardware.

Buona lettura!

 

[SC]: Adrian, prima di tutto, siamo curiosi di sapere di più sull’ultima RepRap Ormerod. Cosa c’è di speciale in questo nuovo modello ?

[AB]: Il nuovo modello è stato progettato per essere molto veloce da assemblare e in più ha un’elettronica ARM a 32-bit nonché connessione Ethernet: la macchina può quindi essere comandata da un browser web a distanza. Questa la novità sostanziale.

ormerod_kit

[SC]: È abbastanza chiaro. Al di là di questo nuovo modello, sono molto interessato a conoscere un po’ la tua visione sul destino della stampa 3D: diverrà un settore mainstream? Oppure rimarrà un mercato di nicchia, per appassionati e techies ?

[AB]: Onestamente, non ne ho idea! Gli psicologi fanno esperimenti nei quali chiedono agli esperti di predire il futuro per poi controllare, quando il futuro arriva. Il risultato (con una sola eccezione) è che gli esperti non hanno alcuna idea sul futuro della loro area di competenza che sia migliore di quella di tizi fermati a caso per strada. L’eccezione sono le persone il cui compito è quello di prevedere un futuro che può avere un feedback immediato, i meteorologi, ad esempio.
La mia ipotesi  è che diventerà molto mainstream per i motivi che ho descritto in questo post. Ma la mia idea non è migliore di quella degli altri sette miliardi di noi …

 
[SC] Ci puoi raccontare qualcosa delle innovazioni tecnologiche più interessanti che stai osservando nel mercato delle stampanti 3D in generale? Intendo, le particolari scelte costruttive, le idee brillanti, le nuove soluzioni meccaniche, ecc. Inoltre sarebbe bello avere la tua opinione su come la sinterizzazione laser così come le tecnologie sottrattive possano divenire  importanti tendenze future nella stampa 3D desktop open source.

[AB] Penso che la più grande innovazione saranno le macchine multi-materiale, macchine che possano utilizzare miscele e separare materiali con diverse caratteristiche fisiche. Si noti che questo requisito è molto più facile da trovare nelle macchine FFF e a getto d’inchiostro di quanto lo sia nella stereolitografia o SLS. Detto questo penso che l’SLS avrà un ruolo crescente nella fascia bassa di mercato, una volta che si potranno ottenere ad un costo ragionevole laser a stato solido che producano decine di watt.
Ovviamente abbiamo già delle tecnologie sottrattive. Personalmente ritengo che combinare  la produzione sottrattiva con quella additiva sia un po’ un vicolo cieco. Ciò infatti reintrodurrebbe tutti i problemi per risolvere i quali abbiamo inventato la produzione additiva…


[SC] Quale pensi possa essere la tabella di marcia per una RepRap veramente auto-replicante? Fino a che punto pensi che saremo in grado di replicare le parti metalliche, poi i motori passo-passo, poi l’elettronica? In fondo ha senso questa visione?

[AB] In definitiva sì, soprattutto quando emergeranno i dispositivi multi-materiale (vedi sopra). Anche se non sono mai stato troppo preoccupato dalla percentuale di macchina che si può auto-riprodurre. Tu ed io possiamo riprodurre solo il 60% di noi stessi , dopo tutto …

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(ndr: spiegazione scientifica per coloro che si interrogano circa questo 60%: Adrian mi ha spiegato che “Siamo fatti di (e dalle) proteine, che a loro volta i nostri ribosomi creano dagli aminoacidi. Bene, esistono 20 tipi di amminoacidi di cui 12 possono essere creati da noi stessi. Gli altri 8 devono provenire da altrove… “, ecco da dove viene il 60%. Questo interessante parallelo tra un uomo e una RepRap effettivamente fornisce un’efficace spiegazione: anche gli esseri umani hanno bisogno di forniture esterne) 

Un’altra grande spinta sarà la compensazione software. La necessità principale, per cui abbiamo bisogno di parti metalliche, è la necessità di guide lineari accurate. Ma le macchine compensano sempre più gli errori di precisone usando il loro firmware. Non c’è alcuna ragione per non estendere questo utilizzo per compensare la non linearità di ogni sorta di cose finché un oggetto di calibrazione può essere stampato e misurato accuratamente. Ed esistono calibri digitali a buon mercato e molto accurati. Ciò significa che sarebbe possibile realizzare una Rep Rap che stampa con una maggiore precisione rispetto alla sua progenitrice. E ciò consentirebbe di stampare ogni tipo di componente che attualmente viene importato. La loro accuratezza non avrebbe importanza  nel momento in cui il design fosse abbastanza intelligente da rendere le parti rigorose e ripetibili nel loro movimento: la compensazione potrebbe in tal caso essere mappata e programmata.

[SC] Ora, concentriamoci sull’industria e sui suoi impatti. Lasciami dire che abbiamo condotto un breve sondaggio con la nostra community che ha espresso l’interesse di saperne di più da te circa la scelta di Makerbot di andare verso il closed source hardware, fatta un paio di anni fa.
Sappiamo che hai anche investito in Makerbot nella fase di finanziamento e che hai anche detto più volte che alla fine è la prospettiva evolutiva a definire chi vince e chi perde. Credo che l’Open Source sia solo una parte del quadro. Vuoi condividere con noi  le tue riflessioni su questo e, in generale, sull’impatto dello scegliere uno sviluppo open piuttosto che closed?

[AB] Primo, la  mia dichiarazione di interessi: mia moglie ed io abbiamo investito un terzo dei fondi iniziali di MakerBot, per i quali abbiamo ottenuto una piccola percentuale della società. Tale percentuale è stata successivamente diluita (con il nostro permesso) da nuovi investitori. Ma quando Makerbot si è fusa con Stratasys abbiamo fatto un buon affare ovviamente.
Hai ragione nel dire che sostengo  una prospettiva evoluzionistica, che ho spiegato altrove:
(vedi: http://lists.reprap.org/pipermail/reprap-dev-policy/2011-February/000001.html ).

Una cosa che non capisco (del tutto) è il desiderio umano messo in mostra  quando A dice appassionatamente a B che B dovrebbe fare X, e non fare l’Y che B sta invece facendo. Non mi riferisco al caso in cui Y è uccidere bambini e X si astiene dal farlo – che posso capire. Mi riferisco al caso in cui X e Y sono opposti partiti politici, o opinioni rispetto al fatto che le cose dovrebbero essere open  o closed source. Ho opinioni su praticamente ogni  X e Y pensabile, e conduco la mia esistenza secondo queste opinioni. Ma non ho l’impulso a convincere gli altri che le X e Y che io scelgo dovrebbero esserlo anche da loro. E non ho alcun interesse riguardo il loro punto di vista sule mio scelte X e Y. Quindi, io sono a favore dell’open source, ed è in questo modo che faccio le cose. Ma se gli altri sono diversi, non ha importanza.

Afinia-patent

[SC] Cosa pensi del recente comportamento aggressivo che il gigante Stratasys sta avendo con i procedimenti legali (vedi il caso Afinia ). È qualcosa che succederà più spesso in futuro, quando gli interessi in questo mercato cresceranno?

[AB] Sono sicuro che questo circo per distogliere l’attenzione continuerà. Le leggi statali sono strumenti molto deboli – è per questo che le persone possono crearle ed infrangerle. Ed è per questo che la gente perde così tanto tempo in questa discussione. Non vi è alcun elemento di discussione sulla legge di Ohm – non può essere né abrogata, né infranta; e nessun dibattito avrà alcun tipo di effetto su di essa.
Una persona che discuta i pro e i contro delle leggi sui brevetti, ad esempio, si comporta come chi cerca la lente a contatto che ha perso, nello spazio illuminato dal lampione piuttosto che più in là al buio, dove è effettivamente caduta. Non farà alcun bene (o male). Ma è l’unica cosa che può fare. Per ulteriori informazioni su questo, vedi: http://adrianbowyer.blogspot.co.uk/2011/07/fourlevels.html


[SC] Prevedi  un particolare sviluppo in specifici mercati di nicchia per le stampanti 3D open source? (ad esempio: stiamo assistendo a molte sperimentazioni sui materiali ceramici e in generale su elementi relativi a caratteristiche strutturali).

[ AB ] Certamente la maggior parte delle innovazioni in FFF proviene dalla comunità Open Source. Molto di ciò che adesso è commercializzato e molta di questa commercializzazione rimane OS.

 
[SC] Quali sono, dal tuo punto di vista, gli aspetti più importanti che collegano la stampa 3D e la produzione digitale con la sostenibilità ecologica?

[AB] Il fatto che consenta una produzione distribuita e rompa l’idea di economie di scala nella realizzazione di beni. Se ottenessimo i beni nel modo giusto, questo porterebbe a una riduzione radicale del trasporto delle merci.


[SC] Ora, parliamo un po’ della community  RepRap e delle sue dinamiche. Abbiamo visto l’ecologismo di RepRap scatenarsi in termini di numero di implementazioni attive e credo che questo sia un enorme segno di buona salute: cosa pensi del futuro della community RepRap in generale? Come può questa community crescere e sviluppare un’agenda e un’azione più ambiziosa: avrebbe senso?

[AB] Penso piuttosto che essa abbia tutta la resistenza e l’agenda di una colonia di microrganismi. Vale a dire che è piuttosto resistente perché non ha un’agenda… Questo non significa che le persone coinvolte non abbiano questo tipo di mentalità: la hanno. Ma la loro caratteristica distintiva è il loro desiderio di risolvere i problemi tecnici e raccontare alla gente le risposte. Suppongo che questo possa essere considerata come una sorta di agenda, ma non è esattamente un’agenda come sinonimo di piano.


[SC] In generale, la nostra community ci ha chiesto di avere da te suggerimenti e trucchi per costruire una comunità orizzontale e che cresce organicamente come quella di RepRap: hai qualche suggerimento che vale la pena di condividere?

[AB] Dare alla gente una piattaforma che vogliano usare (e con piattaforma qui intendo sia un mezzo di condivisione delle informazioni, sia qualcosa in questo ambito da condividere– qualunque cosa, una macchina, un pezzo di software). E poi cercare di essere il più possibile non-proibitivi su come ciò debba essere fatto.


[SC] Quali sono gli altri principali settori di sviluppo che pensi  possano vedere l’applicazione di un approccio simile a quello che il progetto Rep Rap ha avuto per le stampanti 3D? Non sto pensando solo al campo della fabbricazione digitale, ma alla produzione ed ai prodotti in generale (ad esempio scansioni 3D, interazioni uomo-macchina, wearable e IoT, ecc … )

[AB] Beh, i principali sono di sicuro l’ingegneria genetica e la biologia sintetica. Entrambi sono i candidati ideali per l’approccio RepRap – sono facili da realizzare per i singoli, non richiedono attrezzature sofisticate o costose, ed i risultati possono essere enormi. In realtà sono piuttosto sorpreso che la comunità di biohackers non sia più ampia di quanto è in realtà.

Speriamo che questa intervista vi sia piaciuta: è stato molto interessante aver avuto la possibilità di intervistare Adrian Bowyer, in quanto padre di un progetto così importante come RepRap.
Di quali altri guru, fondatori e leader di pensiero vorreste conoscere l’opinione?

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