Le Mercedes a idrogeno completano il giro del mondo

Si è concluso col ritorno a Stoccarda, il giro del mondo di tre Mercedes Classe B alimentate a idrogeno, tecnologia sulla quale la casa tedesca sembra decisamente puntare per realizzare veicoli ad emissioni zero nei prossimi anni. L’F-CELL World Drive, così è stata chiamata l’iniziativa, ha visto tre Mercedes Classe B alimentate con celle a combustibile viaggiare per 70 giorni attraverso quattro continenti percorrendo oltre 30.000 chilometri; è la prima volta che una vettura alimentata a idrogeno compie un’impresa del genere.
Le tre vetture con i veicoli di supporto – tra cui un piccolo tank che trasportava l’idrogeno – erano partire alla fine di gennaio, in occasione del 125° anniversario della nascita dell’automobile, e nel loro viaggio hanno attraversato 14 paesi di quattro continenti. Di seguito un’immagine della Carl Benz del 1886, considerata la prima automobile del mondo:

 

Col F-CELL World Drive abbiamo dimostrato, che la tecnologia dei veicoli elettrici alimentati a celle di combustibile è ormai matura sotto tutti i punti di vista” ha dichiarato il Dr. Dieter Zetsche, Presidente del Consiglio di Amministrazione e Responsabile Mercedes-Benz Cars. “Ora non resta che realizzare un numero adeguato di stazioni di rifornimento ad idrogeno per poter beneficiare da subito di questa tecnologia: elevata autonomia, ridotto tempo di rifornimento e vetture con prestazioni simili alle attuali ma ad emissioni zero”.

La sfida delle infrastrutture
Con la sua iniziativa F-CELL World Drive, Mercedes ha voluto dimostrare che la vettura ad emissioni zero alimentata a idrogeno è già una realtà industriale, cercando di coinvolgere il maggior numero di soggetti nella creazione di una rete globale di stazioni di rifornimento a idrogeno, un fattore cruciale per il successo di  questo mercato. Attualmente in tutto il mondo esistono solamente 200 stazioni di rifornimento per vetture a idrogeno; secondo i calcoli degli esperti in una nazione come la Germania per dare un primo, importante, impulso a questa tecnologia sarebbero sufficienti solamente 1000 stazioni di servizio il cui funzionamento sarebbe del tutto simile alle attuali stazioni di rifornimento a benzina e gasolio.
Per la sua iniziativa, Mercedes ha scelto come partner per la fornitura di idrogeno il Gruppo Linde che ha una presenza globale ed una esperienza decennale nel settore; come detto, nelle tappe più remote il rifornimento è stato garantito da un Mercedes-Benz Sprinter appositamente attrezzato allo scopo ed alla cui realizzazione hanno contribuito entrambe le aziende.

Affidabilità e robustezza delle celle a combustibile
Il giro del mondo ha dimostrato l’affidabilità e la robustezza dei veicoli muniti di celle a combustibile; le vetture hanno viaggiato senza problemi in tutte le condizioni possibili, dall’asfalto delle autostrade al fondo sterrato di alcuni tracciati in Australia e Cina.
Anche un incidente stradale senza gravi conseguenze in Kazakistan non è riuscito a fermare la marcia delle tre Mercedes Classe B F-CELL. Sulla strada da Almaty a Balkhash, una vettura è stata speronata subendo danni che hanno richiesto una riparazione effettuata in una vicina auto officina; a testimonianza di questo singolare episodio è rimasta solo una piccola ammaccatura  nella carrozzeria.

Il tour in cifre 
Dopo 70 giorni di guida, le impressioni dei partecipanti alla F-CELL World Drive hanno confermato l’affidabilità di un impiego quotidiano di una vettura a celle di combustibile. Il record giornaliero di percorrenza di 648 chilometri, diviso in due tratte di oltre 300 chilometri ciascuna, è stato coperto nel viaggio da Almaty a Balkhash in Kazakistan. Probabilmente, un altro record è rappresentato dal numero degli abitanti delle località visitate, dai non più di venti in Balladonia, in Australia, ai circa 19 milioni di Shanghai in Cina.
A causa delle infrastrutture di rifornimento ancora insufficienti, lo Sprinter-tank al seguito ha rifornito per 130 volte le tre Mercedes Classe B; solamente due volte il tour ha incontrato delle stazioni fisse dove le vetture si sono rifornite di idrogeno.

Sulle tracce di Bertha Benz
La storica impresa odierna si aggiunge ad una lunga serie di  leggendarie imprese realizzate dalle vetture Mercedes come, ad esempio, la prima traversata africana con una autovettura nel 1909 o come la più lunga maratona diesel, la “E-Class Experience” del 2006, oltre 14 mila chilometri da Parigi a Pechino.
O, come, il tentativo pioneristico di Bertha Benz la quale, nel 1888, effettuò il tragitto da Mannheim a Pforzheim in un periodo in cui non esistevano le stazioni di rifornimento, in questo un’impresa molto simile alla F-CELL World Drive.
Bertha Benz dovette acquistare il carburante in una farmacia della cittadina di Wiesloch, l’unico luogo dove vendevano del liquido infiammabile, utilizzato come smacchiatore, ma che poteva essere utilizzato anche per fare “girare” il motore della sua vettura.
Ben presto, negli anni seguenti, i distributori di benzina si moltiplicarono determinando il successo della vettura a combustione interna prodotta dal 1886 da Daimler e Benz.
Come allora, anche oggi, Mercedes Benz si fa promotrice della creazione di una infrastruttura adatta ai veicoli tecnologicamente all’avanguardia, siano esse funzionanti a idrogeno – tramite le fuel cell – che alimentate con batterie elettrochimiche.
http://www.emercedesbenz.com/

Ricordiamo che su tale argomento – ovvero sulle fuel cell in campo automobilistico – abbiamo pubblicato in passato un interessante articolo scaricabile gratuitamente.

 

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5 Commenti

  1. Cari amici, sono un Ingegnere Elettrotecnico e con il diletto per l'elettronica vi seguo saltuariamente, per le tante cose interessanti che proponete. Sono però un po' stupito delle definizione "vettura ad emissione zero", premetto che conosco bene la tecnologia delle Fuel Cells e le ritengo interessantissime per tante appicazioni, comprese quelle per autotrazione, ma emissioen zero NO Per favore! Faccio notare che l'idrogeno non è una fonte di energià, ma un vettore per l'accumulo di energia sotto forma chimica, l'idrogeno non esiste libero in natura, non esistono i giacimenti di idrogeno, gli unici proprietari di idrogeno in grandi quantità sono i proprietari degli impianti petrolchimici (alias i petrolieri in genere) che lo hanno disponible come sottoprodotto di lavorazione. Quindi avere una macchina che va ad idrogeno non è garanzia che questa sia davvero ad emissione zero, poichè il bilancio deve essere fatto a livello planetario. Mi spiego meglio: se l'idrogeno l'ho prodotto da fenomeni di cracking di prodotti petrloliferi, poichè origine fossile ed ho speso energia per il cracking, o da elettrolisi con energia elettrica di uan centrale termoelettrica standard, questo non è a emissione zero (anche se la vettura produce vapore acqueo nella zona in cui si muove). Diverso è se l'idrogeno è stato prodotto da energia rinnovabele ad es. eolico o fotovoltaico, ALLORA SI che anche il combustibile (in questo caso il vettore H2) è ad emissione zero, ma l'idrogeno in se non è una garanzia dell'emissioen zero. E' come una batteria se la carico con energia elettrica prodotta da rinnovabile, ho almeno l'energia a emissione zero (escludendo il ciclo di produzione della batteria stessa). Ciò non toglie che l'idrogeno è interessantissimo, sia con le fuel cells sia con motori a combustione interna modificati per le vetture in genere e/o gli autobus che devono spostarsi ad es. in città molto inquinate. Se poi l'idrogeno che le alimenta è prodotto anche da fonte rinnovabile allora il cilo è davvero virtuoso ad emissione zero (per la parte energetica) Un Cordiale saluto
  2. hai ragione Marco, in molti casi si potrebbe parlare di "inquinamento differito", sia perchè prodotto precedentemente, che in altri luoghi. E così le auto ad idrogeno, o elettriche, sarebbero nocive per l'ambiente quanto i mezzi per produrre la fonte energetica che le farebbe marciare (aumentati inoltre, a causa delle perdite lungo il ciclo) Così, se per raggiungere lo scopo utilizziamo energia elettrica prodotta da una centrale a carbone (ne ho una enorme a poche centinaia di metri da casa), finiremmo per inquinare di più che bruciando petrolio.....
  3. Per quanto riguarda il fotovoltaico o l'eolico, la produzione di idrogeno potrebbe forse essere più conveniente dell'immissione in rete (specialmente per gli impianti molto decentrati come ad esempio nei deserti) della corrente prodotta. Il sottoprodotto ossigeno è poi facilmente utilizzabile, quindi esso stesso ha valore.
  4. L'utilizzo di fotovoltaico, eolico e rinnovabili in genere, per produrre idrogeno è assolutamente virtuoso: il suo utilizzo sarebbe ad emissione zero.Il mio commento era volto ad una maggiore attenzione ad evitare il tranello "uso idrogeno=emissione zero", dipendendo da cosa ho utilizzato per produrre l'idrogeno.
  5. Caro Marco è chiarissimo che se utilizzamo il petrolio estratto con i metodi noti e/o poco noti, andiamo a produrre anidride carbonica e altri notevoli danni all'ambiente, bisogna assoluamente utilizzare gli altri mezzi assolutamente ecologici e rinnovabili a costo zero, come lo sono,per i petrolieri (!!!!) che speriamo facciano esaurire presto i giacimenti che stanno sciacallando così avranno interesse a distribuire l'idrogeno con le loro pompe.

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