Calcolo facile del dissipatore – Tips&Tricks

Quando si tratta di calcolare il dissipatore per un circuito di potenza che utilizza componenti a semiconduttore, molti tecnici incontrano difficoltà.

Per semplificare la vita a chi deve pro­gettare stadi del genere esistono stru­menti on-line come quello disponibile sul sito www.engtools.online/heatsink.html

Pagina web www.engtools.online/heatsink.html per il
calcolo rapido dei radiatori di calore per elettronica.

È possibile inserire in apposite caselle, i dati principali del circuito; tali parametri sono poi gli stessi da cui bisogna partire nel calcolare un dissipatore di calore, ossia la differenza di temperatura mas­sima tra la giunzione (in questo caso è la Tjmax, ossia massima temperatura che il semiconduttore può raggiungere prima di danneggiarsi) e l’ambiente (Ta) dove il radiatore deve disperdere il calore, ma anche la potenza da smaltire. Infatti nel calcolo della resistenza termica (ossia la fatica che il calore fa ad uscire dal com­ponente per disperdersi nell’ambiente) complessiva si tiene conto del salto termico e della potenza da dissipare, secondo la formula:

θja = Dt /W

dove θja è la resistenza termica tra giunzione e ambiente, Dt il salto termico e W la potenza da dissipare.

Nel calcolo del dissipatore va tenuto conto della resistenza termica fra giun­zione e contenitore (θjc) e fra contenito­re e radiatore (θcr) che dipende dal tipo di accoppiamento termico (con o senza pasta, tramite foglietto isolatore ecc.).

 

La rubrica Tips&Tricks è una delle novità di Elettronica In!
Trovi i contenuti in anteprima nel prossimo numero!

2 Commenti

  1. Scusate redazione, ma al di là della forma grammaticale della prima frase dell'articolo, che dovrebbe suggerire l'opportunità di una rilettura prima di pubblicare ("Energy Harvesting è un termine che molti sperimentatori sono in difficoltà quando devono calcolare il dissipatore"), segnalo anche che il termine Energy Harvesting non ha nulla a che fare con i dissipatori termici, né tantomeno con il loro dimensionamento. Tale locuzione indica infatti il procedimento di "mietere energia" andando a recuperarla da quelle situazioni che la rendono disponibile in quantitativi molto ridotti, ma sufficienti tuttavia per alimentare un circuito con bassissimi requisiti di assorbimento. Un esempio è il recupero di energia da un processo termico sfruttando una cella di Peltier o una termocoppia, oppure trasformare un' energia di vibrazione meccanica in energia elettrica mediante un materiale piezoelettrico, o persino ricavare energia da un segnale a radiofrequenza presente nell'ambiente, e così via. Lo scopo è appunto quello di alimentare un circuito che assorbe molto poco, come ad esempio un sensore che deve misurare qualche grandezza fisica con un intervallo molto lungo fra una misura e l'altra, e magari trasmettere il risultato via radio. In una rivista che ha una scopo didattico come la vostra, sarebbe opportuno dedicare una maggior attenzione alla qualità dei contenuti che si pubblicano, soprattutto pensando agli studenti che sono avidi di informazioni e prendono per buono quello che leggono. Saluti Marco Morocutti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Main Menu