Rivista #239: Slot Machine professionale

Tra i contenuti del fascicolo 239 (ottobre 2019)  attualmente in edicola, la prima puntata del progetto di una Slot Machine in versione casalinga, per divertirsi in compagnia.

Realizziamo la popolare macchina da sala giochi in versione casalinga, per divertirsi in compagnia, con tanto di gettoniera e vincite in denaro, ma senza trucco né inganno.

Sono trascorsi due anni dalla presentazione, sul numero 216 di giugno 2017, del progetto per la realizzazione di una slot-machine palmare; il successo ottenuto da quella idea, sommato alle numerose richieste da parte dei nostri lettori, ci ha spinti a realizzare un versione “professionale”, con conteggio dei punti e relative vincite in denaro. La nostra idea è sempre quella di produrre tanta didattica per i meno esperti, spiegando tutte le tecniche adottate, sia hardware che software, in modo che possano essere poi riutilizzate per altri progetti, e promuovere così questo meraviglioso mondo dell’elettronica amatoriale applicata.

In caso continuiamo anche a perseverare nell’idea di tentare di fare qualcosa di valido contro la ludopatia di cui sono affetti molti giocatori appassionati a questo tipo di apparecchiature, che non di rado dilapidano cifre enormi in brevissimo tempo.

Come tutti sanno il principio di funzionamento di massima della slot machine classica si basa su una serie di tamburi sui quali sono impressi svariati tipi di simboli. Al comando di start segue la rotazione casuale di questi tamburi che, quando si fermano, generano una combinazione più o meno vincente, ma spesso perdente; infatti è ben noto che queste “macchinette” siano programmate all’origine per generare vincite agli utenti, ma soprattutto incassi ai gestori, e quindi sono molte più le perdite che le vincite.

Noi abbiamo adottato alcuni accorgimenti per dare la massima casualità possibile alla rotazione dei nostri tamburi, che in realtà sono dei display alfanumerici di grandi dimensioni, e non a caso, abbiamo sperimentato come il numero delle combinazioni vincenti sia decisamente più elevato di quello delle macchinette presenti nei locali autorizzati ad esporle al pubblico.

Come vedremo, coloro che realizzeranno il nostro progetto potranno intervenire sul firmware sorgente, per aumentare o diminuire le possibilità vincita, agendo sulle combinazioni riconosciute e sui punteggi, in modo da rendere il gioco il più possibile stimolante.

Per la realizzazione completa della nostra slot machine abbiamo pensato anche ad un mobiletto realizzato artigianalmente, per la cui replicazione forniremo tutti i necessari dettagli; naturalmente ognuno potrà poi decidere di apportare modifiche o migliorie, anche in base alle proprie competenze di DIY.

SCHEMA ELETTRICO

Il nostro circuito si basa su quattro display alfanumerici giganti che generano una combinazione dei 19 simboli programmati dal firmware caricato nel microcontrollore. Il pulsante di START avvia la partita e, una volta uscita la prima combinazione, altri quattro pulsanti permettono di decidere su quali display agire, per cambiare il simbolo e tentare di fare punteggio o aumentarlo; altri due display numerici, sempre di grandi dimensioni, mostrano il credito/punteggio accumulato.

Il cuore del nostro circuito è rappresentato dal microcontrollore ATMEL ATmega328P-PU (U1), ormai notissimo per essere il componente principale della scheda di prototipazione Arduino/Genuino UNO. È configurato nella versione stand-alone, senza bootloader, con il quarzo Q1 ed i due condensatori C2-C3 a formare l’oscillatore esterno. Il resistore di pull-up (uno degli otto resistori da 10 k contenuti nella rete resistiva SIL RN10) serve per garantire il livello HIGH al pin di RESET, mentre il pulsante S1 ha la funzione portare questo pin a massa (LOW) per resettare il micro e riavviare il firmware.

Quando si usa il convertitore Analogico-Digitale del micro è bene prevedere un condensatore di stabilizzazione da 100 nF, da collegare tra il suo pin 21 (AREF) e la massa; nel nostro caso abbiamo fatto un uso molto particolare dell’ADC, ed abbiamo volutamente omesso questo condensatore; nella sezione in cui descriveremo il firmware chiariremo il motivo di tale scelta.

L’articolo completo è pubblicato sul numero 239 (Ottobre 2019), acquistabile in tutte le edicole. 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Main Menu