RISC-V, l’anno della svolta

La verità è che per i produttori di semiconduttori le royalties x86 e ARM pesano troppo.

Al momento la guerra commerciale scatenata dall’amministrazione Trump nei confronti della Cina e di alcune società cinesi come il colosso Huawei ha un solo vincitore: l’architettura hardware open source RISC-V. Il timore di non poter più accedere a licenze hardware (tipicamente ARM e x86) per realizzare i propri processori, ha spinto le più importanti società cinesi del settore ad imboccare l’unica strada possibile: quella dell’open source hardware rappresentata dall’architettura RISC-V, certificata come libera da vincoli di brevetto e concessa in licenza in base a Creative Commons CC BY 4.0.

E così in pochi mesi si sono susseguiti importanti annunci: Huawei ha presentato HarmonyOS, un nuovissimo sistema operativo open-source, in grado di funzionare sia su hardware ARM che RISC-V; Xiaomi sta testando un processore RISC-V prodotto da Huami; un importante partner di Alibaba – il produttore cinese di semiconduttori Pingtouge – ha lanciato il processore a 16 core XuanTie 910 basato su architettura RISC-V.

A tutto ciò bisogna aggiungere le iniziative che numerosi player occidentali hanno in corso: dagli importanti investimenti di Qualcomm in SiFive, ai nuovi prodotti di Western Digital, agli strumenti di sviluppo professionale di IAR System. Solo per citarne alcuni.  Anche l’European Processor Initiative ha dovuto imboccare la strada dell’hardware open source.

Un’accelerazione che sta sempre di più mettendo all’angolo il numero 1 dell’hardware per processori: la società inglese ARM (acquistata da SoftBank nel 2016) e che già nel 2018 ha visto un significativo calo degli introiti, nonostante le nuove politiche commerciali introdotte.

La verità è che per i produttori di semiconduttori le royalties dei chip x86 e ARM pesano troppo e rallentano i tempi di sviluppo; RISC-V mira a rompere il controllo proprietario sulla progettazione dei processori liberando nuove risorse, esattamente come l’open-source ha fatto col mondo software.
C’è sicuramente ancora molto da fare per completare questa transizione, ma nessun’altra nuova architettura in passato ha avuto le stesse possibilità di successo.

 

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