Euclid alla scoperta dell'universo oscuro

ASI
Euclid, missione ESA dedicata all’esplorazione del ‘lato oscuro’ dell’Universo, ha superato la verifica preliminare del progetto: ora il satellite e la strumentazione scientifica possono passare alla fase di realizzazione. Un’ottima notizia per i ricercatori italiani e per il nostro paese, che – con Francia e Regno Unito – è partner principale del progetto, al quale partecipa con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.
“La missione Euclid è prioritaria per l’Agenzia Spaziale Italiana”, commenta Barbara Negri responsabile dell’unità Osservazione dell’Universo dell’ASI.
“La partecipazione nazionale a questa missione di frontiera per la scienza – spiega ancora la Negri – prevede un team numeroso e di alto livello, nonché il coinvolgimento di una delle maggiori industrie italiane, incaricata di realizzare la strumentazione scientifica. Tutto questo rafforza il posizionamento già raggiunto dall’Italia nel campo della Space Science”.
Proposta nel 2007, Euclid è stata selezionata come missione di classe M nel 2011 nell’ambito del programma ESA Cosmic Vision. Nel 2013 Thales Alenia Space Italia è stata scelta come prime contractor del satellite. Da allora il progetto della missione è stato approfondito e accuratamente rivisto in ogni suo punto. Il lancio, secondo le attuali previsioni, avverrà nel 2020 a bordo di un razzo Soyuz dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana Francese.
Euclid studierà l’Universo con grande precisione, tracciando la distribuzione e l’evoluzione di materia ed energia oscura. Utilizzerà un telescopio di 1,2 metri di diametro e due strumenti per mappare la distribuzione tridimensionale di circa due miliardi di galassie e della materia che le circonda, oltre un terzo dell’intero cielo.
L’Italia è coinvolta nella missione attraverso la realizzazione dei sottosistemi dei due strumenti di bordo, quello per immagini nel visibile (VIS) , quello per fotometria e spettroscopia nel vicino infrarosso (NISP) e per la responsabilità del segmento di terra e ruoli importanti nella gestione degli aspetti sia tecnici sia scientifici della missione.
In Euclid sono coinvolti oltre duecento scienziati italiani appartenenti all’INAF (principalmente gli Istituti IAPS, IASF di Bologna e Milano, e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Roma, Torino e Trieste), all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e a numerose Università (in primo luogo l’Università di Bologna e poi Università di Ferrara, Roma La Sapienza, Università Roma 3, Università di Trieste, SISSA, CISAS).
“Come co-fondatore della missione, è un’enorme soddisfazione”, dichiara Andrea Cimatti, docente al Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna. “Questo risultato – ha aggiunto – è stato possibile grazie all’eccellente lavoro della squadra italiana di Euclid. È emozionante pensare che stiamo contribuendo a una missione che illuminerà la parte oscura dell’Universo”.
“Il successo di questa review – dichiara Luca Valenziano, responsabile INAF delle attività Euclid Italia – dimostra l’impegno della comunità scientifica italiana in Euclid, in costante aumento: ora iniziamo la fase, complessa ma interessantissima, della produzione degli strumenti”.
La partecipazione dell’INFN in Euclid è recente, come uno dei percorsi nuovi dell’Istituto attraverso cui cercare le risposte alle domande chiave dei prossimi decenni, quale appunto la natura dell’energia oscura. “L’INFN ha una lunga e importante tradizione nello studio delle interazioni fondamentali – spiega Laura Patrizii, responsabile per l’INFN del progetto – tradizione che, anche con la partecipazione alla missione Euclid, si apre alla cosmologia osservativa”. L’INFN vi partecipa con le sezioni di Bologna e di Padova, che hanno attualmente responsabilità specifiche nell’elettronica dello strumento NISP, con la prospettiva di un più ampio coinvolgimento.
Fonte: ASI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Main Menu