Dialog Semiconductor acquista Atmel per 4,6 miliardi di dollari

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Sicuramente il 2015 sarà ricordato come l’anno delle fusioni tra produttori di semiconduttori: dopo le acquisizioni di Altera da parte di Intel per 17 miliardi di dollari, di Broadcom da parte di Avago per 37, di International Rectifier da parte di Infineon per 3,1, di Freescale da parte di NXP per 11,8, di Micrel da parte di Microchip  per 0,9 miliardi di dollari, è ora la volta di Atmel Corporation – marchio noto anche al grande pubblico per essere il “cuore” delle board Arduino – che è stata acquistata dalla anglo-tedesca Dialog Semiconductor, società specializzata in chip per Power Management, Audio e Display per il mercato “mobile”.
Anche se l’aspetto di ottimizzazione dei costi di produzione e di R&D non è da sottovalutare, una così intensa attività di fusioni e acquisizioni è sicuramente da mettere in relazione con l’arrivo di importanti cambiamenti tecnologici. Con le società che non ritengono di avere le competenze necessarie per affrontare questi cambiamenti che si sono messe alla caccia di chi, invece, le competenze le ha. Quasi tutte le aziende che sono state acquistate o incorporate hanno forti competenze in ambito Communication, Elaborazione Embedded, Sicurezza e Automotive: una conferma – caso mai ce ne fosse bisogno – che i mercati del Mobile, dell’IoT e dell’Automotive sono considerati  i più promettenti per i prossimi anni.
Tornando all’acquisto di Atmel da parte di Dialog, le due società hanno reso noti anche gli aspetti economici della transazione che prevede una valutazione di Atmel di 4,6 miliardi di dollari (4,4 al netto della liquidità); secondo i termini dell’accordo, gli azionisti Atmel riceveranno 4,65 dollari in contati più 0,112 azioni Dialog per ciascuna azione posseduta, per un valore complessivo equivalente a 10,42 dollari (sulla base della quotazione delle azioni Dialog al 18 settembre). Un importo che include un premio di quasi il 20%, in linea con operazioni di questo tipo. La transazione è stata approvata all’unanimità dai Consigli di Amministrazione di entrambe le società ed è soggetta ad approvazioni legislative in varie giurisdizioni così come all’approvazione degli azionisti delle due società. Jalal Bagherli continuerà ad essere il CEO della nuova società mentre due membri dell’attuale Consiglio di Amministrazione di Atmel entreranno nel Board di Dialog. La chiusura dell’operazione è prevista per il primo trimestre 2016.
Dialog intende finanziare l’operazione con un prestito bancario di 2,1 miliardi di dollari, con l’emissione di 49 milioni di nuove azioni e con la liquidità disponibile in cassa. Al termine della transazione, gli azionisti di Atmel possiederanno circa il 38% della nuova società il cui fatturato dovrebbe raggiungere, nel 2017, i 2,7 miliardi di dollari. Grazie alla forte generazione di cassa, Dialog conta di azzerare i debiti della transazione in circa 3 anni.
L’acquisizione dovrebbe creare un leader mondiale sia nel campo del Power Management  che nelle soluzioni di elaborazione embedded in grado di supportare la forte crescita dei mercati Mobile, IoT e Automotive; la nuova società dovrebbe operare in un’area le cui potenzialità sono valutate in 20 miliardi entro il 2019.
Dialog Semiconductor combinerà la posizione di leadership nel Power Management con un importante portfolio di microcontrollori basati sulla tecnologia ARM, oltre che con prodotti ad alte prestazioni per la connettività, la sicurezza ed il Touch. Dialog intende anche espandere e diversificare la propria base di clienti sfruttando i consolidati canali di vendita di Atmel nonché sfruttare al massimo le sinergie per attivare nuove opportunità di crescita dei ricavi.
Siamo fermamente convinti che la combinazione di Power Management, microcontrollori, connettività e tecnologie di sicurezza, consentirà di creare una solida piattaforma per l’innovazione e la crescita nei grandi segmenti di mercato in cui operiamo”, ha dichiarato Jalal Bagherli CEO di Dialog.
Questa transazione coinvolge due aziende di successo e creerà nuovo valore per gli azionisti di Atmel e Dialog, per i clienti e per i dipendenti. L’aggiunta della tecnologia di Power Management  -in cui Dialog è leader mondiale – ai prodotti in cui Atmel è focalizzata, dai microcontrollori ai chip per la connettività e la sicurezza, consentiranno alla nuova società di supportare in modo più efficace  le applicazioni a forte crescita nei mercati Mobile, IoT e Automotive”, ha dichiarato Steven Laub, Presidente e CEO di Atmel.
Grazie alle sinergie tra le due società,  Dialog prevede per il 2017, il primo esercizio completo, un risparmio di costi generali di 150 milioni di dollari.
A pochi giorni da questo annuncio, il mercato non sembra aver accolto con particolare favore l’iniziativa, con la quotazione delle azioni Dialog che è scesa a circa 35/36 dollari, il che abbasserebbe l’offerta per l’acquisto di Atmel a 8,2-8,3 dollari per azione, un valore pari alla quotazione di borsa dei mesi scorsi del titolo della società di San Jose, ovvero senza alcun premio per gli azionisti di Atmel.
D’altra parte l’offerta potrà difficilmente essere modificata in meglio: a differenza delle altre acquisizioni dove le dimensioni della società acquirente e la disponibilità di cassa erano di molto superiori a quella della società acquistata, Dialog Semiconductor ha un fatturato che nel 2014 è stato di appena 1,15 miliardi di dollari, addirittura inferiore a quello di Atmel, che nello stesso anno ha fatturato 1,413 miliardi; anche l’utile netto (circa 150 milioni nel 2014) non è tale da poter prevedere un rialzo  dell’offerta.  Pur essendo in forte crescita (dal 2010 al 2014 il fatturato di Dialog Semiconductor è passato da 0,3 a 1,15 miliardi di dollari e il cash flow da 50 a oltre 250 milioni), per fare fronte all’offerta di acquisto di Atmel, come abbiamo visto, Dialog si è dovuta indebitare pesantemente.
Sull’altro fronte, l’offerta di Dialog sembra quasi una scialuppa di salvataggio per una società – Atmel Corporation – che negli ultimi anni non ha attraversato periodi particolarmente felici: dal 2010 al 2014 il fatturato è passato da 1,64 a 1,413 miliardi di dollari con l’utile netto che è sceso da 423 a 32 milioni di dollari. Anche l’ultima trimestrale (Q2, GAAP) segna un forte calo del fatturato (da 355,5 a 306,4 milioni di dollari) e degli utili (da 19,3 a 6,3 milioni di dollari).
Un contrazione unica nel panorama dei chipmaker della Silicon Valley per dimensioni e tipologia di attività: dal 2010 al 2014, ad esempio, Microchip Technology ha incrementato il fatturato da 1,487 a 2,147 miliardi di dollari con l’utile che si è mantenuto stabile tra i 300 e i 400 milioni; anche Linear Technology ha mantenuto stabile il fatturato a 1,3-1,5 miliardi così come l’utile netto (attorno ai 500 milioni).
Considerazioni che, nonostante rumors e malcontento di alcuni azionisti, fanno ritenere che l’operazione di acquisto andrà a buon fine.
 

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