Eolico e fotovoltaico da soli non bastano

RENEWable
Sabato 25 luglio è stato per la Germania un giorno memorabile: ben il 78% della domanda di energia elettrica è stato coperto da fonti rinnovabili: grazie alla combinazione di un forte vento che soffiava nel Mare del Nord e al sole che scaldava le regioni del sud, un paese con 80 milioni di abitanti ha ridotto drasticamente le emissioni di gas ad effetto serra generate dalle centrali a carbone e lignite.
In poco più di vent’anni la Germania è passata da una produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili molto bassa (quella delle centrali idroelettriche) a risultati di questo tipo, dimostrando che se c’è la volontà politica e un forte consenso popolare sul tema, i problemi tecnologici e finanziari possono essere facilmente superati.
Per certi versi ancora più eclatante è stato quello che è avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 luglio in Danimarca, dove l’intera domanda di energia elettrica è stata coperta dalle fonti rinnovabili, essenzialmente dai generatori eolici del Mare del Nord. Addirittura la Danimarca ha potuto esportare l’energia prodotta in eccesso.
Questi eventi sono stati commentati con entusiasmo dai sostenitori delle rinnovabili mentre i più scettici hanno fatto notare che l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili di questi due paesi copre mediamente il 30-35 % del fabbisogno nazionale. Noi che non siamo fautori delle rinnovabili a tutti i costi, ma che ci rendiamo conto che ormai il clima sta cambiando in maniera significativa (non ci voleva certo un’estate torrida come quella appena trascorsa, preceduta da un’estate che di estate non aveva nulla, come quella del 2014, per convincerci di ciò), riteniamo che sia giusto puntare su una produzione green al 100% ma che per ottenere ciò sia necessario spostare l’attenzione e aumentare gli investimenti verso le tecnologie di accumulo, le uniche che possono garantire la quasi completa eliminazione delle centrali alimentate da combustibili fossili.
E per quanto riguarda le poche centrali tradizionali che sicuramente rimarranno (non foss’altro che per le situazioni di emergenza), prendere in considerazione unicamente quelle meno inquinanti, come le centrali a gas.
La capacità di immagazzinare una grande quantità di energia in un sistema formato da generatori alimentati prevalentemente da fonti rinnovabili è condizione essenziale: vento e sole sono tipicamente fonti intermittenti e il sistema deve disporre di una capacità di accumulo adeguata e di una rete globale fortemente interconnessa e sufficientemente intelligente da compensare deficienze produttive in una specifica area.
Il pompaggio rappresenta una prima e (quasi) immediata soluzione, anche se la sfida, probabilmente, investirà altre tecnologie, magari molto più diffuse sul territorio, dalle batterie ad idrogeno a quelle al litio, fino ai sistemi ad accumulo di calore.
Altre grandi sfide tecnologiche, dunque, aspettano uomini e imprese in grado di affrontarle e risolverle.
 
 

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