Quinto successo per il lanciatore italiano Vega

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Il nostro Paese sta lentamente riconquistando il ruolo di primo piano che ha sempre avuto nello scenario aerospaziale internazionale, dagli albori dell’industria aeronautica nata proprio in Italia, fino ai primi lanci di satelliti nello spazio: negli anni sessanta del secolo scorso l’Italia fu la terza nazione al mondo, dopo Stati Uniti e Unione Sovietica, a mettere in orbita un satellite artificiale.
Con il quinto lancio coronato da successo del vettore Vega, avvenuto questa notte alle 3:52 ora italiana dalla base di Kourou nella Guyana Francese, il nostro Paese ritorna a ricoprire il ruolo che ha sempre avuto in questo campo.
Dopo aver lanciato il veicolo di rientro europeo IXV nel febbraio scorso, questa notte Vega ha portato in orbita Sentinel 2A, secondo della costellazione di sei famiglie di satelliti che fanno parte del programma di monitoraggio ambientale europeo Copernicus.
Il primo stadio di Vega si è separato 1 minuto e 52 secondi dopo il decollo, seguito 3 minuti e 37 secondi dopo dal secondo stadio e dalla carena (altri venti secondi dopo), mentre il terzo stadio si è staccato a 6 minuti e 32 secondi dal lancio.
Un minuto e 10 secondi dopo è avvenuta una prima riaccensione, quindi Vega ha rilasciato Sentinel 2A nell’orbita eliosincrona prevista, esattamente 54 minuti e 43 secondi dopo il lift off. Da questo momento, il centro di controllo di Darmstadt si occuperà dell’attivazione di tutti i sistemi di bordo del satellite, fino alla taratura prevista dopo tre giorni. L’effettiva operatività è prevista tra tre-quattro mesi.
Sentinel-2A  aveva raggiunto nello scorso aprile la sua destinazione finale, lo spazioporto di Kourou nella Guyana Francese, dove è stato poi sottoposto al processo di  assemblaggio verticale e posizionato nell’ultimo stadio del lanciatore AVUM.
Il satellite offrirà una visione a colori dell’ambiente terrestre unendo l’alta risoluzione insieme a 13 capacità multispettrali. Le immagini prodotte saranno utilizzate per determinare informazioni chiave sulla vegetazione terrestre attraverso la mappatura del suolo, dei laghi e delle acque costiere.
Vega
VEGA è un lanciatore in grado di portare un carico utile, cioè un satellite, di massa tra i 300 e i 1500 Kg, destinato a un’orbita polare bassa, cioè un’orbita inclinata di 90° rispetto all’equatore, a una quota di 700 km. Le dimensioni di VEGA sono di circa 30 metri di altezza (contro gli oltre 50 metri dell’Ariane 5), per una massa al lancio di 128 tonnellate (contro le 710 dell’Ariane 5). Diminuendo l’inclinazione dell’orbita richiesta e mantenendo la medesima quota, VEGA può lanciare carichi utili più pesanti, mentre diminuendo il carico utile può raggiungere quote maggiori.
VEGA è composto di tre stadi a propulsione solida, cui è affidato il compito di vincere la forza di gravità, e uno stadio addizionale a propulsione liquida, tra il terzo stadio e il satellite da lanciare, che controlla l’assetto del lanciatore, la sua traiettoria, il rilascio del satellite e il rientro nell’atmosfera dell’ultimo stadio. I primi tre, chiamati rispettivamente P80, Zefiro 23 e Zefiro 9, permettono al lanciatore di raggiungere la quota desiderata, il quarto, chiamato AVUM, ha il compito di rilasciare il carico.
Dal punto di vista industriale i ruoli chiave sono giocati da società italiane: la ELV, una società per azioni partecipata al 70% dal gruppo AVIO e al 30% dall’Agenzia Spaziale Italiana, è responsabile dello sviluppo del lanciatore nel suo complesso. Avio è invece responsabile dello sviluppo e realizzazione dei quattro stadi, tre a propellente solido e l’Avum a propellente liquido. Il primo stadio, P80, è il più grande motore monolitico mai realizzato con la tecnologia Filament Winding. Infine, VITROCISET è responsabile della realizzazione del segmento di terra, dalla torre di lancio al banco di integrazione e test.
Il programma Copernicus è una partnership di ESA e Commissione Europea che mira a fornire all’Europa un accesso continuo, indipendente e affidabile a dati e informazioni relativi all’Osservazione della Terra. L’obiettivo è quello di garantire al nostro continente una sostanziale indipendenza nel rilevamento e nella gestione dei dati sullo stato di salute del pianeta, supportando così le necessità delle politiche ambientali pubbliche europee.
www.asi.it
 
 

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