Shuttle Atlantis, ultima missione con a bordo tecnologia italiana

È partito con successo dalla base del Kennedy Space Center la missione STS-135 che porterà per l’ultima volta uno shuttle sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). A bordo dello Shuttle il modulo abitativo italiano MPLM (Multi Purpose Logistic Module) Raffaello, realizzato da Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana, che per la quarta volta raggiungerà la casa orbitante.
Cinque delle ultime sei missioni del programma shuttle realizzate in questo anno e mezzo hanno visto la presenza rilevante dell’Italia. Attrezzature e astronauti italiani sono stati protagonisti di questo importante biennio nella vita e nella messa a punto della Stazione. Dall’arrivo del Nodo3 e della Cupola Stazione, l’Italia, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, ha messo a segno importanti successi e riconoscimenti internazionali nel settore spaziale. Oltre la metà delle “stanze” dove vivono gli astronauti sono state realizzate nel nostro Paese. A Torino nei laboratori di Thales Alenia Space sono stati ideati e sviluppati importanti componenti della Stazione Spaziale, tra cui la Cupola, punto di osservazione rivolto verso la Terra e i moduli abitativi Nodo 2 e 3. Thales Alenia Space, attiva nella progettazione e costruzione di moduli pressurizzati da oltre 30 anni, fornisce, attraverso ASI ed ESA, un contributo di riconosciuto prestigio internazionale, realizzando oltre il 50% del volume abitabile dell’intera Stazione.
Una missione conclusiva la STS-135, composta da quattro astronauti che avranno il compito storico – ha affermato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ing. Enrico Saggese – di concludere una straordinaria stagione di voli umani spaziali. Si è trattato di un grande traguardo tecnologico che ha permesso non solamente di costruire la ISS ma di realizzare importanti missioni di studio. Il ruolo dell’Italia in questi tre decenni è stato fondamentale e di grande significato. Per l’Italia il bilancio conclusivo è molto positivo, non solamente perché ha realizzato oltre la metà della parte abitabile della Stazione. Grazie alla collaborazione tecnologica con gli USA – ha sottolineato Saggese – abbiamo stabilito un forte legame e lavorato a stretto contatto con la Nasa, tanto da essere considerati partner privilegiati. Abbiamo investito molto, intellettualmente e industrialmente, e siamo diventati tra i primi player al mondo nel realizzare strutture adatte alla vita nello spazio. Oggi si chiude, quindi, un’era ma siamo certi che il futuro ci aprirà nuovi e importanti traguardi. Una nuova frontiera che ci vedrà ancora una volta protagonisti di primo piano”.
L’attracco temporaneo di Raffaello al Nodo2, Harmony, alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) avverrà l’11 luglio. Nei successivi quattro giorni gli astronauti trasferiranno il contenuto del modulo nella ISS e lo riempiranno con i materiali che dovranno tornare sulla Terra.
Il 16 luglio Raffaello sarà sganciato dal Nodo2 per essere ricollocato nel cargo bay dello Shuttle e, il giorno successivo, una data che resterà nella storia delle esplorazioni spaziali, l’Atlantis si staccherà per l’ultima volta dalla stazione spaziale. Si chiude così un’era trentennale iniziata il 12 aprile del 1981, nel giorno del ventesimo anniversario del lancio di Jurij Gagarin, primo uomo nello spazio. Venti anni irripetibili ed entusiasmanti, iniziati con il volo di Gagarin, culminati con il lancio dello shuttle  e arricchiti dalla realizzazione dello Skylab, prima stazione spaziale statunitense.
Ben tre di questi moduli sono stati forniti alla NASA tramite l’ASI: Leonardo, Raffaello e Donatello, tutti progettati per una vita operativa di 10 anni e 25 missioni. Il primo della serie, Leonardo, è stato anche trasformato, il 25 febbraio scorso, in modulo permanente, divenendo stabilmente parte della ISS, e attestando l’Italia come l’unico paese europeo ad avere un proprio modulo sulla Stazione Spaziale Internazionale.
www.asi.it

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